Una delle ricorrenze più solenni del mese di maggio è, senza dubbio, l ‘Ascensione’. Una festività che celebra l’ascesa di Gesù in cielo, dopo quaranta giorni dalla Pasqua. In questa data, nel nostro sud contadino si usava e si usa, ancora oggi, cucinare la pasta fatta in casa con il latte, secondo un’antica consuetudine che affonda le radici nella civiltà pastorale.
Nella Mutria, area vocata da sempre alla pastorizia, il latte, prodotto in abbondanza in questo periodo dell’anno, veniva offerto gratis dai pastori in segno di devozione. Le massaie di Cusano Mutri e Pietraroja erano solite preparare, in questo giorno, i tagliolini fatti in casa cotti nel latte.
La bontà di questo piatto è dovuta all’amido della pasta che unendosi al latte, crea una crema gustosa, una sorta di “besciamella povera” priva di burro. Un vero e proprio cibo “sacro”, ritenuto beneaugurante per il mondo rurale, in quanto avrebbe favorito l’abbondanza dei raccolti e la buona salute di chi lo avrebbe consumato. Ricordiamo come il latte prodotto nel giorno dell’Ascensione non doveva essere lavorato, né coagulato, né fermentato, ma interamente donato ai bisognosi, in segno propiziatorio. Un divieto che trova le sue radici in ambiente pastorale.
Secondo un’antica leggenda, un pastore, avendo rifiutato il suo latte ad una povera donna, si trovò nell’impossibilità di ricavarne del formaggio, in quanto, per punizione divina, non riuscì a cagliare la materia prima. Il latte diventava, così, l’alimento rituale dell’Ascensione, linfa vitale, simbolo di genuinità e purezza, fonte di vita, spirituale e corporale.
Ricordiamo come il latte fosse simbolo di purezza e di abbondanza, tanto che veniva impiegato, insieme all’acqua, nei riti purificatori e propiziatori dell’antichità. Tale bevanda era, inoltre, considerata nutrimento per eccellenza delle divinità, in quanto ritenuto sostanza pura. Nella Grecia antica albergava ‘Galassia’, bevitrice di latte, alla quale si offrivano coppe del bianco liquido. Anche le antiche Eumenidi, della collina dell’Aeropago, ad Atene. erano bevitrici di latte. Lo stesso Zeus verrà nutrito con il latte della capra Amaltea.
Mentre, per gli Egiziani, il prezioso liquido, versato ritualmente sulle 365 tavole (una per ogni giorno dell’anno) delle offerte disposte intorno alla tomba di Osiride, aiutava il dio a resuscitare ogni mattina.
MARIA IVANA TANGA
400 g di farina 0
4 uova intere
1 cucchiaio di olio evo
1 litro di latte intero
1 bicchiere di acqua
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiaini di cannella in polvere
Buccia di limone
Sale
Sul piano di lavoro porre la farina “a fontana”. Versarvi al centro le uova leggermente sbattute, l’olio e impastare energicamente fin quando non si è ottenuto un composto liscio ed elastico. Lasciar riposare coperto da un panno per circa un’ora. Trascorso questo tempo, riprendere l’impasto e stenderlo molto sottile con il mattarello. Tagliare a striscioline larghe 4 o 5 mm, far asciugare sul tavolo da lavoro precedentemente infarinato. A parte, in una pentola dai bordi alti portare ad ebollizione il latte con il bicchiere di acqua, lo zucchero, il sale e la buccia di limone. Calarvi i tagliolini e lasciar cuocere per qualche minuto. Spegnere la fiamma, togliere la buccia di limone, aggiungervi la cannella e lasciar riposare almeno 10 minuti prima di consumare la pietanza in quanto la pasta rilasciando l’amido creerà una cremina davvero speciale.