Nella galassia dei dolci di Carnevale uno dei più antichi ed interessanti è sicuramente il migliaccio, nome deriva dal latino “miliaccium” che significa “pane di miglio”. Arrivato in Italia con gli antichi greci, il miglio, cereale antichissimo, originario dell’Africa e dell’Asia, era uno degli ingredienti principali dell’alimentazione medioevale. Saranno soprattutto le classi povere, meno abbienti a consumarlo bollito o fritto in padella.
Con l’avvento del mais americano, il miglio verrà gradualmente sostituito e anche la ricetta originaria del migliaccio muterà la sua sostanza, sostituendo il miglio con la semola.
In passato questo dolce si preparava oltre che con la farina di miglio anche con il sangue di maiale, un alimento, questo, molto nutriente, utile ai contadini per affrontare il duro lavoro dei campi. Saranno i rigidi dogmi della Chiesa Cattolica a influenzare la modifica della ricetta originale, abolendo il sangue di maiale, ritenuto impuro che richiamava, peraltro, abitudini pagane.
Intorno al 1700 il sangue verrà sostituito dal latte, alimento puro per antonomasia. Nell’800, qualche goloso impenitente, per rendere questa sorta di budino ancora più buono e soffice, dovette pensare di aggiungervi la ricotta. Un dolce, il migliaccio, nato povero che, con il passare del tempo si andrà arricchendo, dunque, di nuovi ingredienti. In passato, invece del burro, veniva adoperata la sugna. Nei comuni della Valle Caudina il migliaccio verrà farcito con pezzetti di cioccolato fondente e consumato durante la cena del martedì grasso.
Secondo l’antica cucina beneventana questo dolce di Carnevale deve essere aromatizzato con il liquore Strega, con l’aggiunta di una manciata di canditi. Una signora di Montorsi aggiungeva anche una manciata di riso bollito. Antiche ricette sannite prevedevano l’impiego di pinoli e di mandorle tritate, che rendevano questo dolce particolarmente raffinato. Secondo l’antica tradizione il migliaccio deve essere bello alto e cotto in un tegame di rame posto accanto al fuoco del camino.
MARIA IVANA TANGA
200 g semolino
500 ml latte
1 noce di burro
200 g zucchero
350 g di ricotta
2 uova
2 bustine di vanillina
1 buccia di limone
1 buccia d’arancia
1 arancia spremuta
1 bicchierino di liquore Strega
Zucchero a velo
Scaldate il latte in un pentolino aggiungendo la buccia di un limone, di un’arancia e il burro. Quando il latte sarà arrivato ad ebollizione, abbassate la fiamma, togliete la buccia del limone e aggiungete il semolino molto lentamente, evitando i grumi. Una volta amalgamato il tutto, spegnete il latte e lasciate raffreddare. Proseguite sbattendo le uova. Aggiungete lo zucchero, la vanillina e la ricotta. Una volta amalgamato il tutto e sciolta bene la ricotta, aggiungete il liquore ed il composto di semolino. Se rimangono dei grumi schiacciare per bene con la forchetta. Prendete una teglia, imburratela e versate l’impasto. Infornate a 180° per circa un’ora finché il dolce non sarà dorato. Sfornate, e una volta raffreddato, ricoprite la superficie con una spolverata di zucchero a velo.
2 Comments
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Buonissimo il migliaccio , tradizione di gusto